Gli effetti dell’individualismo nella nostra società

dipinto la zattera della medusa

Che cos’è l’individualismo? L’individualismo è la tendenza a far prevalere eccessivamente e abitualmente gli interessi individuali e personali su quelli collettivi. Portato all’estremo, questo comportamento può giungere all’egocentrismo, cioè alla tendenza di porre sé stessi al centro di tutto ciò che accade, rendendo quasi nulla la considerazione altrui e degli altrui punti di vista.

Gli atteggiamenti e le abitudini degli esseri umani, vivendo essi in società, ossia in loro raggruppamenti, ovviamente finiscono per influenzare la natura e la fisionomia stessa del gruppo sociale, della società o, in ottica più grande, dello stato. Questo sotto il punto di vista sociale e umano. Ma ciò è evidente anche sotto il punto di vista giuridico, in quanto lo stato altro non è che l’unione fra tutti coloro che vivono all’interno dei suoi confini, i quali hanno sovranità su di esso in percentuale pari al loro numero.

Per capirci, se in uno stato vi sono 100 milioni di individui, la sovranità apparterrà a tutti loro. Pertanto, in linea teorica, ogni persona condividerà l’1/100milionesimo di sovranità sullo stato. Tutti, insomma, di fronte alla legge, avranno la stessa sovranità sullo stato.

Fatte queste premesse, esaminiamo adesso come la caratteristica dell’individualismo, fra i molteplici tratti del comportamento umano, influenzi i rapporti fra individui all’interno delle società umane e, secondo quanto abbiamo stabilito in precedenza, influenzi quindi la fisionomia stessa della società e dello stato.

Vi sono due modi di espletare questo compito, due punti di vista da cui esaminare la questione. Il primo è il punto di vista di principio, o filosofico. Riguarda, cioè, comprendere quali siano gli effetti dell’individualismo sulla società umana dal punto di vista filosofico. Il secondo, invece, assume una prospettiva meramente utilitaristica. Messa da parte la valutazione sulla correttezza morale o meno dell’individualismo nelle società, questo punto di vista si propone di esaminarlo in merito al risultato che produce in termini di mero tornaconto personale.

Il punto di vista filosofico

L’individualismo in sé parte dal riconoscimento di sé stessi prima, e in maniera differente, rispetto agli altri. Cioè, colui che assume tale visione non riconosce l’uguaglianza fra sé stesso e gli altri. Chi ragiona in maniera individualistica è pertanto convinto di essere, per qualche ragione, se non superiore, perlomeno diverso dagli altri. Eppure, noi abbiamo già stabilito come gli esseri umani si possano considerare tutti eguali, soprattutto in relazione allo stato. Chi basa il suo punto di vista sulla diversità dagli altri non riconosce come esatto il principio fondamentale dell’eguaglianza umana; ma non solo, non riconosce nemmeno, così facendo, il fatto che la sua sovranità sullo stato valga esattamente come quella degli altri.

Succederà pertanto che, costui, condurrà la sua vita in società con un senso di distacco da essa e dagli altri. In primo luogo, non riuscirà a giovare dell’accettazione degli altri come suoi eguali e, in alcuni casi, quindi, dei benefici che da ciò derivano, quali quelli discendenti dal rispetto e dal sostegno reciproco, dal vivere in una società armoniosamente unita e priva di malesseri intestini. Per converso, invece, quando l’individualismo sia condiviso da una moltitudine di persone, ciò porterà a far sì che siano in molti a non credere nei benefici derivanti da un senso di uguaglianza reciproca, dal rispetto e dalla collaborazione con gli altri.

Risultato di ciò sarà che, in una società spiccatamente individualista, lo stato non sarà unito, ma sarà debole in ogni suo aspetto. Politicamente, poiché dilaniato dagli interessi personali di ognuno, i quali, inevitabilmente, non saranno quelli della società nel suo insieme. Economicamente, poiché, di nuovo, ognuno ricercherà il suo personale benessere economico, anche in opposizione a quelle che sono le leggi dello stato e il benessere e i diritti altrui. Se porrete attenzione, noterete che questa, purtroppo, è un po’ la fotografia attuale del nostro paese, mentre un lampante esempio diametralmente opposto può essere fornito da altri contesti statali quali, ad esempio, la vicina Francia o la Svizzera.

Il punto di vista utilitaristico

Abbiamo visto come a qualcuno possa non interessare nulla dei suoi simili che con lui convivono all’interno dei confini dello stesso stato. Ognuno, in fondo, è libero di pensare ciò che vuole, e costui potrebbe ritenere, badando solo a sé stesso, di poter raggiungere più rapidamente il fine economico, o di potere sociale o qualunque altro sia, che è intenzionato a raggiungere. Ha ragione, costui, a ritenere ciò? Perseguire i propri fini individualisticamente, fintanto ad arrivare ad agire in opposizione agli altri e contro gli interessi, dunque, dello stato nella sua interezza, dà un maggiore e più rapido ritorno in merito all’ottenimento degli obiettivi preposti?

Evidentemente, chi agisce in questa maniera è convinto di sì. Tuttavia, io non credo, o comunque ritengo che costoro non siano in grado di valutare efficacemente e appieno neanche il proprio tornaconto. Agire in opposizione agli altri, arrivando persino a opporsi alle leggi comuni e a scavalcarle, può far sembrare, a chi così opera, di poter raggiungere più in fretta i propri obiettivi. In effetti, a prima vista così potrebbe sembrare, senonché poi, alzando appena un pò lo sguardo, ci si renderà conto delle conseguenze negative prodotte dal proprio agire.

Ogni volta che si agisce contro gli altri le proprie azioni lasciano dietro di sé una scia negativa, che influenza tutto ciò con cui si è venuti a contatto. Ogni volta che si scavalcano e calpestano i diritti altrui, ad esempio, ci sarà qualcuno che vedrà negati i suoi diritti, e che subirà gli effetti negativi discendenti dal mancato riconoscimento degli stessi, ottenendone dei danni. Ogni volta che si scavalca la legge, per ogni tornaconto personale ciò crea un tornaconto negativo, e non solo per coloro che quella legge rispettano.

Ma vi potrebbe sembrare che questo discorso sia inerente più al punto di vista filosofico, che non a quello utilitaristico. Il prossimo passaggio servirà a dimostrare come così non sia.

Ogni qualvolta che colui che abbia agito in tale egoistico modo raggiunga il proprio risultato, non otterrà ciò che voleva, ma la stessa cosa come ridotta, rovinata dal suo stesso agire, oltre che da quello di coloro che in egual modo hanno operato. Ciò perché comportarsi in tale maniera tenderà a rovinare un pò tutto ciò che ci circonda. Pensate semplicemente alla differenza che intercorre fra la soddisfazione provata nel raggiungere un risultato con le proprie forze oppure contando, ad esempio, sui favori altrui. Vi assicuro che l’esito avrà una valenza del tutto diversa. Pensate a tutti quegli uomini politici che, arrivati ad occupare un’importante carica scavalcando e passando sopra a diritti altrui si ritrovano a prendere decisioni in un ambito “marcio”, in cui ognuno di coloro che abbia operato in egual maniera pensi solo a sé stesso e al suo tornaconto personale.

Ma non finisce qui. Abbiamo già detto come agire in opposizione agli altri, e scavalcandoli, produca degli effetti concretamente negativi per lo stato, ma non solo, anche per colui che agendo così credeva di averne un vantaggio. Pensate solo un attimo a tutti coloro che calpestano, imbrogliano, delinquono, uccidono, sfruttano gli altri. Costoro renderanno lo stesso luogo in cui loro vivono, semplicemente peggiore. Costoro renderanno il luogo in cui i loro figli compiranno i loro primi passi e vivranno, considerevolmente peggiore.

Con che coraggio allora, mi chiedo, potranno essi guardare i loro figli negli occhi, una volta tornati a casa la sera, e dirgli di essere fieri del loro padre? Con che coraggio potranno guardarli negli occhi, quando ciò di cui sono colpevoli è stato destinare a sé stessi, a coloro che amano, e a tutti i loro simili, che come loro condividono i loro stessi bisogni e diritti, un mondo peggiore?

Se coloro che in tale maniera agiscono si accorgessero di questa piccola grande verità, probabilmente il mondo nella sua interezza sarebbe un posto migliore in cui vivere, per noi e per chi dopo di noi verrà.

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