Finanza: pericoloso leviatano, o utile strumento da regolare?

statua charging bull

Quante volte abbiamo udito questo termine, “finanza”, e quante volte ad esso abbiamo associato delle immagini offuscate e un po’ confuse di qualcosa soprattutto in grado di nuocere alle singole persone, oltre che all’economia nel suo complesso?

Spesso ci si fa un’idea sbagliata sul mondo della finanza, finendo per ridurlo a ciò che ci giunge per mezzo del lavoro dei media, alle crisi economiche che spesso da esso sono influenzate, e talvolta provocate, alle “bolle finanziarie” di cui frequentemente, e con giustificata paura, sentiamo parlare.

Ma che cos’è, realmente, la finanza?

Il termine in sé indica semplicemente una branchia della scienza economica, quindi dell’economia, che si occupa di studiare in che modo gli individui, le istituzioni, e le imprese gestiscono i propri fondi monetari per il raggiungimento dei propri scopi e obiettivi.

Già, questo è il significato letterale del termine. Tuttavia, quando si parla di finanza, automaticamente e forse per abitudine, a noi sovviene immediato il collegamento con le attività finanziarie. Spesso associamo, dunque, il termine finanza a quel vasto insieme di strumenti economici che ricadono sotto la definizione di strumenti finanziari. Questi rappresentano tutti quegli strumenti, o più propriamente mezzi d’investimento, che vengono scambiati nei mercati finanziari.

Cosa viene scambiato nei mercati finanziari? Quali e quanti sono gli strumenti finanziari?

Rispondere a questa domanda con precisione è molto difficile, soprattutto per chi non sia profondamente addentro a questa realtà. Il motivo è piuttosto semplice: esistono una miriade di strumenti finanziari, ossia di mezzi di investimento, e continuamente ne sorgono di nuovi e ne vengono modificati di vecchi. In maniera molto semplice, per intenderci, gli strumenti finanziari più comuni sono le azioni e le obbligazioni ma, ripeto, questi sono solo i più conosciuti. Vi sono strumenti finanziari che permettono, in varie forme, di investire sulle valute e sui cambi di valore tra coppie di esse, oppure sui vari tipi di materie prime, come il petrolio e l’oro. Vi sono poi strumenti finanziari considerevolmente più complessi, come i contratti derivati.

Addirittura, ci sono stati casi in cui sono state “raggruppate”, in maniera astratta, le probabilità di coloro che avevano aperto un mutuo presso una banca di poterlo restituire del tutto, o in parte; sono stati creati così degli strumenti finanziari che non erano nient’altro che “pacchetti di rischio”. Tutti coloro per i quali la probabilità di ripagare la banca stessa era sotto il 50%, per fare un semplice esempio, sarebbero finiti così nel pacchetto di rischio uno; quelli per cui la probabilità era superiore al 50%, invece, nel pacchetto di rischio due. Più era alto il livello di rischio del pacchetto, e più il prodotto veniva venduto con una possibilità di ottenere maggiori guadagni. Perché il mondo degli strumenti finanziari funziona così: più rischioso è lo strumento e maggiore è la sua redditività. Non fatevi ingannare però, redditività alte possono essere gestite solamente da esperti e, inoltre, non esiste alcun modo per prevedere al 100% (neanche per gli esperti), l’andamento del valore degli strumenti finanziari.

Passando, poi, ai vari mercati finanziari, scopriamo che, anche qui, ve ne sono di vari tipi. Il più famoso e conosciuto è certamente la Borsa valori, il celebre mercato in cui si scambiano, principalmente, le già nominate azioni e obbligazioni. Vi sono poi molteplici altri mercati, alcuni regolati dalla legislazione, altri invece no, ed è in questi ultimi che i rischi per gli investitori aumentano ulteriormente. Vi sono, ancora, i fondi d’investimento, anch’essi di varia natura, che solitamente raggruppano un’insieme di strumenti finanziari di vario tipo, un mix, insomma, fra azioni e valute (per fare un esempio, ma possono essere di qualunque altro tipo). Anche gli investimenti immobiliari possono ricadere tra gli investimenti di natura finanziaria, secondo la definizione di finanza che abbiamo dato all’inizio; oltretutto, esistono inoltre degli appositi “fondi comuni di investimento immobiliare”.

 

statua charging bull
La statua “Charging Bull” è uno dei simboli più famosi di Wall Street

 

Qual è, in questo groviglio di strumenti, il vero scopo della finanza?

È giunto il momento di provare a rispondere alla domanda su quale sia lo scopo della nascita degli strumenti e dei mercati finanziari. Perché sono nati, e a cosa servono? Spesso i media ci consegnano le immagini di strumenti dannosi, capaci solamente di logorare l’economia nel suo complesso; si riducono solo a questo gli strumenti finanziari?

Cerchiamo di rispondere in ordine. Per fare ciò, in merito alla prima domanda, necessitiamo di andare piuttosto indietro nel tempo. Da millenni a questa parte l’uomo è passato da un sistema economico basato sul baratto, ad uno basato sul valore della moneta, qualunque forma e aspetto essa assumesse. Da quando esiste la moneta, e da quando a essa si è dato un valore per permettere gli scambi, è altresì esistita scarsità della moneta stessa. Ciò significa che, esistendo una valuta, che ha un dato valore proprio perché non tutti possono possederla, ma tutti ne hanno bisogno, vi è di conseguenza chi, per i più disparati motivi, ha necessità, per l’appunto, di accedere ad essa. Per fare degli esempi più vicini alla nostra realtà, noi tutti abbiamo bisogno di moneta quando richiediamo un prestito, o la concessione di un mutuo per poter comprare un alloggio, per esempio. Ciò di cui abbiamo bisogno è il denaro, che non possediamo originariamente, ma a cui possiamo accedere per mezzo del credito.

Ecco il motivo della nascita delle banche, le prime istituzioni riconosciute a commerciare prodotti finanziari, i prestiti. Ed ecco il motivo, altresì, della nascita della Borsa Valori, la prima istituzione riconosciuta a permettere alle aziende di finanziarsi, cioè di accedere al mercato del credito. E non dimentichiamoci che stiamo parlando del XV secolo D.C., di qualcosa, cioè, non così recente come spesso, erroneamente, si crede.

In un sistema economico basato sulla moneta, qualunque essa sia, in cui il suo valore sia dato dalla domanda di essa, quindi dalla scarsità della stessa, gli individui non possono sopravvivere, l’economia stessa non può sopravvivere, senza il mercato del credito, senza la possibilità cioè di richiedere e concedere credito. Ecco il perché della nascita e l’utilità dei mercati e degli strumenti finanziari.

Passando ora alla seconda domanda, la soluzione, l’abbiamo già visto rispondendo a quella precedente, è certamente no. Gli strumenti finanziari sono mutati e mutano nel corso del tempo, questo l’abbiamo già detto. Per via della loro stessa natura, intorno a essi fluttuano interessi enormi, probabilmente spesso i più ingenti del mondo, a livello economico. Ciò comporta che, quando interessi economici troppo grandi sono in ballo, sia facile che qualcuno cerchi di approfittarne. È vero, nei mercati finanziari le “truffe”, vere e proprie o al limite della definizione di “legale”, sono all’ordine del giorno. Ciò, tuttavia, è dovuto a un fondamentale problema.

Qual è il fulcro stesso di questo sito, la  principale premessa da cui esordisce? Che l’economia e la politica siano le due facce della stessa medaglia, e che la filosofia, sebbene possa apparire inizialmente ambiguo, sia alla base di tutt’e due. Se non vi è unione tra questi tre elementi allora sempre verranno prodotte delle disfunzioni; come un perfetto orologio, se tutte le sue parti non agiscono in concerto e in sincronia, il meccanismo nel suo complesso non funzionerà a dovere. E vi farò comprendere come questo discorso non sia per nulla astratto. Sebbene noi spesso non ci facciamo caso, la nostra società si fonda su dei precisi asserti filosofici, che ne costituiscono le fondamenta, e che sono contenuti nella legislazione e nelle carte costituzionali. Da essi poi scaturiscono, e su di essi si basano, le scelte politiche, che controllano, fra l’altro, anche il corretto indirizzo dell’economia.

Se non vi è sincronia tra questi tre campi, inevitabilmente, qualcosa non funzionerà a dovere. Se la politica non si applica a controllare l’economia nel suo complesso, badate bene, non imbrigliare, ma semplicemente stabilire delle regole e controllarne l’esecuzione, allora è possibile che essa, o parti di essa, come i mercati e gli strumenti finanziari, non funzionino al meglio, ma vengano utilizzati al di fuori degli interessi comuni e spesso in netta opposizione con essi e con la giustizia stessa.

Chiudo questo discorso facendo un esempio che potrà chiarire più precisamente come la filosofia possa entrare anche direttamente, e in maniera rilevante, a far parte del mondo della finanza. Se è vero che l’universo è dominato da elementi opposti, ebbene, da qualche tempo, lo scivolare della finanza nel baratro dell’inganno e della rovina altrui ha prodotto un’inaspettata risposta da parte di coloro che a questa situazione volevano opporre il rispetto e la giustizia. Oggi esiste una piccola e ancora debole branchia della finanza chiamata finanza etica che si occupa di investire non badando semplicemente al ritorno economico, ma facendo attenzione che questo sia sottoposto al raggiungimento di obiettivi di natura etica, che rispondano a requisiti di responsabilità sociale e ambientale.

Questo esempio, infine, è utile a chiarire come non tutto nel mondo della finanza sia sbagliato o negativo, ma di come l’impegno e il senso di giustizia di alcuni, qualora non vi sia il più efficace e necessario controllo da parte della politica, possa realmente aiutare a migliorare la nostra società, in ogni suo aspetto, finanza compresa.

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